CUBO inaugura, il prossimo 17 ottobre 2024, la personale di Filippo de Pisis a cura di Ilaria Bignotti e di Maddalena Tibertelli de Pisis, direttrice artistica dell'Associazione per Filippo de Pisis che, da oltre trent'anni, continua il lavoro di ricerca e raccolta avviato nel 1974, permettendo di approfondire aspetti ancora latenti dell'opera di questo Maestro del XX secolo. Alla collaborazione con l'Associazione si aggiunge il Patrocinio di AitArt, l' Associazione Nazionale Archivi d'Artista.
Il fulcro del progetto è il dipinto
Paesaggio, 1926 appartenente
al Patrimonio artistico del Gruppo Unipol. Un olio su tela che raffigura un grande albero dal tronco scuro e un piccolo uomo con camicia bianca e cappello di paglia, appoggiato a un bastone da passeggio. Sullo sfondo, un casolare e una montagna azzurrata si stagliano contro un cielo rosa cipria creando un'atmosfera malinconica in cui l'uomo sembra meditare sulla sua piccolezza in relazione alla maestosità della natura.
Il dipinto è accompagnato da altre 16 opere provenienti da rinomate collezioni nazionali e organizzate dalle curatrici in sei categorie tematiche: “Paesaggi", “Cose", “Fiori", “Interni", “Marine" e “Animali". Ogni gruppo è accompagnato da una selezione di brani letterari, poetici e critici di de Pisis che rappresentano un rispecchiamento puntuale dei suoi dipinti e rivelano un artista profondamente empatico, capace di trasformare il dolore e la nostalgia in opere d'arte cariche di pathos.
L'artista predilige soggetti umili e quotidiani, spesso dimenticati o trascurati dalla modernità. Elementi come chincaglierie da rigattiere, pesci recuperati al mercato, cappotti sdruciti, baguette e guanti abbandonati, vengono mescolati con i grandi temi della natura morta, come i fiori, e spesso ingigantiti rispetto al resto della composizione. Questo processo trasforma questi oggetti in personificazioni dei sentimenti dell'artista, riecheggiando il simbolismo naturalista di
Giovanni Pascoli, uno dei poeti amati da de Pisis. L'influenza della pittura metafisica di
Giorgio De Chirico,
Alberto Savinio e
Carlo Carrà è evidente nelle opere di de Pisis, ma viene reinterpretata attraverso una lente personale.
In mostra nello spazio espositivo di
Porta Europa:
Paesaggio (1926), Eremo di Assisi (1923), Cascina d'inverno a Brugherio (1951), tutte parte della categoria “Paesaggi". La categoria “Cose" comprende
I pani gloriosi (1925),
Natura morta con bottiglia (1951),
I due pomodori (1950),
L'anima delle cose (1949) e
Natura morta con bottiglie (1952).
Nello spazio espositivo di
Torre Unipol vengono presentate nove opere suddivise in quattro categorie tematiche. La categoria “Animali" è rappresentata dall'opera:
Cagnolino (1940). La categoria “Fiori" comprende le opere:Rosanellabottiglia (1950),
Rosebianche (1952), Fiori nella brocca (1949), la sezione “Interni" presenta
Lasediarossa (1943), Bottegadirigattiere (1938), LostudiodiParigi (1926). Infine, la categoria “Marine" include La lettera azzurra (1952) e
Natura morta con fetta di melone (1927).
La mostra offre un viaggio iniziatico nella pittura di de Pisis, carica di senso e mistero, invitando i visitatori a esplorare il legame profondo tra l'artista e il suo mondo interiore, tra la grandezza della natura e la piccolezza dell'uomo, tra il passato e il presente.
credito immagine: Filippo de Pisis, L' anima delle cose, 1949, olio su tela cartonata, 30 x 39,5 cm, © Filippo de Pisis by SIAE 2024, courtesy P420 - Bologna, ph. Carlo Favero.