Per la sesta edizione
di
das - dialoghi artistici sperimentali e per la prima volta a CUBO in Torre Unipol,
Quayola torna a rappresentare la vision del museo d’impresa del Gruppo Unipol presentando “Storms”, una serie di stampe che approfondisce la sua ricerca sulla tradizione della pittura di paesaggio, esplorandone la sostanza pittorica attraverso tecnologie avanzate e richiamando le celebri tele di William Turner.
Storms si compone di una serie di dipinti digitali e di video ad ultra-high definition girati sulle coste della Cornovaglia che contemplano e ridefiniscono la tempesta come fenomeno naturale, fisico ed emotivo. Quayola aquisisce dati dalle riprese dal vero per poi rielaborarli attraverso un processo di game engine: grazie all'utilizzo di custom-software e di algoritmi per l’analisi delle immagini e la manipolazione dei dati, il lavoro di Quayola dissolve, disgrega e trascende la descrizione del paesaggio, per restituirne una rappresentazione che vira verso l'astrazione.
“Ogni sera vediamo il tramonto. Sappiamo che la terra si sta allontanando dal Sole. Eppure la conoscenza, la spiegazione, non si adatta mai del tutto alla vista.” (J. Berger, Ways of Seeing, 1972).
Immerso in un allestimento site specific che rinnova radicalmente gli spazi espositivi, e che enfatizza il rapporto percettivo fra i paesaggi ipermediali di Davide Quayola, la luce naturale e le vedute di paesaggio che caratterizzano il 25° piano, il visitatore è invitato a vivere, in cima alla Torre Unipol, un’esperienza estetica unica e sublime, che riecheggia quella di Turner e dei pittori romantici:
“una specie di magia, risultato del rapporto fra uomo, natura, arte e tecnologia.”
(F. Patti, Quayola - Pleasant places per CUBO Unipol, testo critico, 2017).
Così come le tempeste di Turner, le opere della serie Storms si interrogano sul significato di sublime: per Quayola, come per i grandi pittori del passato, la natura è spazio universale da esplorare per interpretare la realtà.
Artista riconosciuto nel panorama contemporaneo internazionale, Quayola utilizza la tecnologia come lente per esplorare le tensioni e gli equilibri tra forze apparentemente opposte: reale e artificiale, figurativo e astratto, antico e contemporaneo. La sua poetica interroga le gerarchie tra umano, naturale e tecnologico, esplora nuove estetiche e visioni algoritmiche generate dalla collaborazione con apparati tecnologici che osservano il mondo e lo codificano. Spingendo la computer vision, la robotica, i software generativi e la data visualization a muoversi verso innovative strategie estetiche, Quayola è in grado di affascinare pubblici diversi: dal modernista ai nativi digitali.
Tour virtuale della mostra