CUBO, nell'ambito del programma istituzionale di ART CITY Bologna, presenta il progetto Pleasant Places.Il Sublime tecnologico e il rapporto fra arte, natura e tecnologia, la mostra personale di Davide Quayola, uno degli artisti digitali più riconosciuti nel panorama mondiale.
La soluzione espositiva pensata appositamente per gli spazi di CUBO e curata da Federica Patti mostra diverse tipologie di “dipinti digitali”. Centrale è il video Pleasant Places, presentato per la prima volta in Italia e girato in modalità ultra HD nella stessa campagna della Provenza che ispirò Van Gogh più di un secolo fa.
Ad accompagnare la video-installazione in Spazio Arte, gli alberi della serie PP 3D-scans series, immagini generate al computer partendo da scansioni laser 3d ad alta risoluzione degli stessi paesaggi provenzali del video. In Mediateca, completa il progetto una variegata raccolta digitale, messa a disposizione del pubblico, utile ad approfondire il progetto artistico di Quayola e il processo di rendering che consente all’artista di raggiungere un livello di definizione dell’immagine pressoché infinito e perfetto: con una risoluzione di ripresa 4K (UltraHighDefinition, ovvero 12 milioni di pixel per fotogramma, la stessa risoluzione della pellicola cinematografica), l'artista mostra inizialmente il paesaggio naturale in tutta la sua luminosa bellezza, campionando e renderizzando il soggetto dal vivo, ma la scena evolve presto secondo un morphing progressivo e straniante. Gli algoritmi di image analysis utilizzati da Quayola entrano in azione disgregando l'immagine e alterando i dati acquisiti, come un virus capace di sciogliere i contorni e scindere i legami atomici della materia. Le metamorfosi in atto creano un dinamismo solenne, che ricostruisce in digitale il gesto del dipingere seguendo energie creative ibride, percepibili come traccia umana/non umana, in parte naturale e in parte computazionale.
VIDEO - Process Breakdown
Pleasant Places è un ibrido tra video, pittura e scultura digitale dove, per esempio, l’energia del vento tra gli alberi ha permesso, attraverso la realizzazione di un algoritmo, una trasformazione in un BLUR (sfuocato) nel quale si fatica a individuare il confine tra realtà e artificiale e dove anche
l'elemento sonoro subisce un trattamento simile al dato visivo: campionato e traslato in codice, rielaborato attraverso filtri che ne alterano la riconoscibilità, ricomposto in un flusso sintetico cangiante ed emozionale, il fruscio familiare delle foglie al vento diventa tappeto sonoro, white noise, e il coro delle cicale al sole si trasforma nel brulichio granulare e frizzante della materia. In generale, l'evoluzione delle nuove tecnologie permette, genera lo sviluppo di nuovi linguaggi.
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Opere come Pleasant Places hanno la capacità di indurre consapevolezza emotiva della realtà mediale che ci circonda, facendoci sentire familiari all'inspiegabile: l'esperienza estetica così descritta può essere paragonata ad una sensazione di “Sublime tecnologico", risultato del rapporto fra uomo, natura, arte e tecnologia. Possiamo considerare questi capolavori multimediali come l'apice di un percorso, una summa che raggiunge una potenza espressiva mai vista prima e che apre a percorsi, scenari inesplorati. In altre parole: una specie di magia". (dal testo in catalogo di Federica Patti)