In collaborazione con Arteam Cup per il quinto anno consecutivo, CUBO ospita Imperfetto mare, la mostra personale della vincitrice assoluta del Premio Arteam Cup 2020 Elena Bellantoni
che si terrà dal 1° giugno al 23 settembre 2022, sviluppandosi nel doppio spazio di
CUBO in Porta Europa e CUBO in Torre Unipol.
Il progetto, a cura di Leonardo Regano, mette in risalto una linea di ricerca precisa dell'artista, quella dedicata al MARE, elemento che la Bellantoni ha indagato nelle sue connotazioni storiche, politiche, sociali e culturali.
I due spazi espositivi di CUBO sono stati scelti come fuochi di un ipotetico racconto ellittico che mette in evidenza tutte le possibilità espressive della pratica artisitca della Bellantoni: dal video alla fotografia, dalla documentazione di performance e interventi sullo spazio pubblico, alla scultura e alla performance, utili a raccontare l'intera quadrilogia dei lavori che si articola in un arco temporale di sette anni (2013-2020) fra la Patagonia e la Puglia.
Al viaggio fisico e reale dell'artista, si accompagna sempre quello metaforico e introspettivo nel proprio
Io. Il
corpo diventa strumento di indagine e di esperienza in un viaggio solitario alla ricerca dell'Altro da sé al quale si aggiunge il senso del
linguaggio che per l'artista diviene strumento di interazione.
Il viaggio inizia nel 2013 con il progetto
Hala Yella
adiòs/addio (2013, Capo Horn), nel quale l'artista rende omaggio all'Abuela Cristina Calderón Harban (1928 - 2022), ultima persona al mondo a parlare, da madrelingua, lo yaghan, idioma dei nativi americani stanziali nella Terra del Fuoco e nella Patagonia meridionale argentina.
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- Elena Bellantoni, Hala Yella, addio/ addios, 2012-2013. Elena e Cristina Calderon, photo on paper museum etching. Courtesy of the artist.
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- Elena Bellantoni, Abecedario / Hala Yella, 2012-13, detail ink drawing on paper. Coutesy of the artist.
In
Maremoto (2016) il mare diventa lo spazio attraverso cui l'artista è costretta a fondersi e confondersi con l'Altro, e in questo caso l'Altro straniero, migrante, scompaginato dalla fuga dalla propria terra d'origine.
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- Elena Bellantoni,
Maremoto, 2016, still from video. Courtesy of the artist.
Nel progetto Ho annegato il mare (2018), il mare torna ad assumere tutte le sfumature del grigio. Questo lavoro è strettamente connesso a
CeMento (2019) dove emerge la forte denuncia ecologica di una impossibilità dell'incontro col mare dilaniato dall'azione inquinante dell'uomo.
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Elena Bellantoni,
Ho annegato il mare, 2018, photo on paper museum etching. Courtesy of the artist.
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Elena Bellantoni,
CeMento, 2019, installation view, La Galleria Nazional. Ph. by Giorgio Benni, courtesy of the artist.
Ultima tappa di questo viaggio è
la costa pugliese con
Corpomorto (2020)
che nel linguaggio nautico rappresenta un oggetto in pesante, solitamente in cemento, gettato sul fondo marino e utilizzato come ancoraggio per le boe. Queste ultime, nell'azione della Bellantoni, si sostituiscono a grandi lettere che affiorano sulla superficie dell'acqua componendo la scritta:
ancora corpo morto tra cielo e terra coraggio, da cui la connessione tra
Ancora – coraggio.
Ancoraggio.
Ancora una volta, la parola si fa elemento costruttivo di senso, un elemento che attiva un pensiero di natura poetica e politica.
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Elena Bellantoni,
CorpoMorto, 2020, still by video. Courtesy of the artist.
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- Elena Bellantoni, CorpoMorto, 2020, still by video. Courtesy of the artist.
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- Elena Bellantoni, CorpoMorto, 2020, still by video. Courtesy of the artist.
Tour virtuale della mostra